Il petrolio di Alarico - Rocco Donato Alberti
Autore: Rocco Donato Alberti
Genere: Fantascienza
Numero di pagine: 200
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
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Dei tre, è sicuramente il romanzo più fantasioso dello scrittore Rocco Donato Alberti.
Ma, dietro quella parvenza di fantascienza, si cela sempre lo stesso, martellante messaggio dell’Autore: il male esiste perché deve farci capire qual è il bene; se, però, perdiamo di vista questo fine, cadiamo nella sua trappola e rischiamo di compromettere ogni cosa: la Natura, la Politica, gli Affetti, la Felicità e la stessa sopravvivenza dell’Umanità. Il Male esiste per indicarci la via opposta da seguire: è come l’ombra che evidenzia la luce della Verità, ma la mancanza d’Amore genera mostri in tutti i campi: la madre che dimentica la figlia; questa che odia la madre; e l’una e l’altra rasenteranno il baratro; il padre che trascura moglie e figlio, e li perderà entrambi; Chiara che rischia di morire per la totale incuria degli uomini che la circondano: il fratello, l’antico fidanzato, il compagno troppo impelagato negli affari politici. L’egoismo, la superficialità, l’avidità: sono questi i disastri che si riflettono sul mondo! La malattia, la secessione, l’unità, la salvezza non sono che riflessi di quell’unica esigenza che è l’Amore…!
Spesso la gente equivoca eventi e persone: parecchie volte, i buoni vengono giudicati come pessimi: la pura, idealista Chiara è addirittura cancellata dalla mente di Leo che l’amava ma le ha preferito la carriera; lo zelante, intelligente Capitani è messo alla berlina come traditore dai suoi stessi amici che non sanno immaginare fin dove possano arrivare l’amore per la sua terra e l’abnegazione per essa.
Invece, sarà proprio il bene a trionfare: tutto si snoderà, infatti, dal sacrificio della trentenne che vuole morire, affinché nasca sua figlia; la sua integrità, la sua rettitudine saranno la chiave per riportare alla vita ogni progetto destinato a sfiorire: la stessa Natura si libererà, in un pianto pluviale, sanificatore e provvidenziale, ritornando a quella ‘normalità’ che non è noiosa ripetitività ma indispensabile ciclo di vita: le stagioni riprenderanno a mostrarsi qual erano, il fratello riconoscerà nella sorella la propria ragione di vita, l’ex-fidanzato capirà l’errore commesso, il padre, pur trionfante nel suo progetto politico, avrà, alla fine, un pensiero per quella figlia e quella nipote stranamente sopravvissute. Insomma, tutti rinsaviranno, riconoscendo in lei non solo la donna unica (come la vedrà il compagno) ma il simbolo di quella salvezza che solo i buoni sentimenti ci consentiranno di raggiungere.
Il romanzo non è solo profetico ma è un invito da non trascurare, un imperativo categorico, una lezione indiscutibile, precisa, tassativa, indifferibile, da mettere in pratica con urgenza e serietà, e non soltanto da parte di politici e potenti di turno, ma anche e soprattutto da ciascuno di noi. L’ultimo scritto dell’Alberti è un grido al mondo, un accorato appello a chi resta, un testamento d’amore, destinato alla salvezza del pianeta e della nostra specie.
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