I sommersi e i salvati - Primo Levi
Autori: Primo Levi
Genere: bestseller; classico
Numero di pagine: 190
Editore: Einaudi
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Chi in questo periodo vorrebbe leggere un libro sullo sterminio
di milioni di individui? Ebbene, per quanto lontana questa realtà possa
sembrarci, essa è più attuale di quanto potremmo pensare.
“I sommersi e i
salvati” non è il racconto di
una storia o un’autobiografia. È un saggio che analizza la realtà dei campi di concentramento e tratta diversi concetti di quel mondo: la
differenziazione sottile ma determinante dei prigionieri, la vergogna dei
carnefici, le violenze inutili e gratuite degli oppressori o l’impossibilità di concepire il suicidio all’interno del campo. Levi porta avanti una profonda riflessione sulla
natura umana, sottolineando la resistenza dell’umano in situazioni limite, come
le definisce Bettelheim, capace di attuare meccanismi difensivi che gli
consentono di sopravvivere. Levi va oltre le dicotomie tra vittime e carnefici,
definendo uno spazio di collusione tra i due, la “zona grigia” che comprende tutti i “privilegiati”: quelli che sono riusciti ad avere un compito di
sorveglianza o addirittura ad esercitare il proprio mestiere all’interno del campo. Chi trova uno
scopo nella vita fugge dalla morte, l’istinto di autoconservazione è la radice
prima e ultima dell’umano. Collaborare con il sistema del Lager significava
negare la medesima identità con l’altro, tradire la propria specie, cioè era
possibile solo attraverso un processo di rimozione della colpa. I “sommersi”,
al contrario, sono coloro che non sono riusciti ad adattarsi alle leggi del
campo, che non hanno resistito
fisicamente e mentalmente al denutrimento, alle torture, alle umiliazioni, alla
fatica, destinati a cadere nel fondo, in una profonda agonia. Ciò che
Levi vuole dimostrare è che cose del genere sono accadute e possono
ripresentarsi, certo non nelle forme di uno sterminio di massa, ma in forme
sottili di distruzione e disumanizzazione. I campi di sterminio furono il
prodotto di una civiltà assai evoluta, non un errore, ma la realizzazione
massima, grazie all’esecuzione di un piano estremamente razionale e a
funzionare che “eseguivano gli ordini”. È necessario che l’uomo, per sua
natura, è costituito da componenti aggressive che, non appena si presentano le
condizioni giuste, possono venire fuori sotto forma di distruttività verso
l’altro. Le testimonianze dei sopravvissuti sono parte del patrimonio umano,
l’intento di Levi è proprio un appello alla memoria dei lettori riguardo alla Shoah: non dimenticare, affinché la Storia non debba ripetersi.
-Sara Caruso
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